Chi
ha paura dei movimenti, della posta e dell'ufficio federale della sanità?
Di Roby Noris
Chi ha paura
dei movimenti e delle nuove comunità ecclesiali? Non certo il Santo Padre
che li ha raccolti in S. Pietro in occasione della Pentecoste definendo questo
"evento inedito" la grande "testimonianza comune": "Lo
Spirito Santo è qui con noi! È Lui l'anima di questo mirabile avvenimento
di comunione ecclesiale". Parole di speranza per tutta la Chiesa, che abbiamo
voluto offrire ai nostri lettori in un ampio dossier, tutt'altro che formali o
di circostanza che devono far riflettere i milioni di aderenti a queste forme
comunitarie ma ci si augura anche quei sacerdoti e laici, che vedono queste esperienze
ecclesiali come nemiche della più tradizionale struttura parrocchiale.
Un errore di prospettiva pastorale e una contrapposizione ormai anacronistica
di fronte all'allarme del Papa a proposito del "nostro mondo, spesso dominato
da una cultura secolarizzata che fomenta e reclamizza modelli di vita senza Dio":
"Quale bisogno di comunità cristiane vive! Ed ecco, allora, i movimenti
e le nuove comunità: essi sono la risposta, suscitata dallo Spirito Santo,
a questa drammatica sfida di fine millennio. Voi siete questa risposta provvidenziale."
Riconoscere questa straordinaria ricchezza non vuol dire misconoscere pericoli
ed errori insiti in queste esperienze, dovuti credo più ad aspetti di tipo
sociologico che non a difetti congeniti all'esperienza religiosa e tantomeno al
carisma dei fondatori. Come ogni gruppo o aggregazione infatti anche i movimenti
e le nuove comunità ecclesiali corrono sempre il rischio di assolutizzare
la propria esperienza, di isolarsi, di sviluppare linguaggi codificati incomprensibili
agli altri, di non inserirsi abbastanza nel progetto più ampio della Chiesa
universale, come pure rischiano di dimenticare la "fiduciosa obbedienza ai
Vescovi", ecc. ecc. Ma nonostante queste trappole più che reali, in
cui possono cascare, il Papa ha affermato: "Oggi dinanzi a voi si apre una
tappa nuova: quella della maturità ecclesiale. Ciò non vuol dire
che tutti i problemi siano stati risolti. È, piuttosto, una sfida, una
via da percorrere. La Chiesa si aspetta da voi frutti "maturi" di comunione
e di impegno." Motivo di particolare soddisfazione per molti nella nostra
Diocesi sarà riscopertine/coprire la profonda sintonia fra le affermazioni del Papa
e gli scritti di Mons. Eugenio Corecco sul rapporto fra istituzione e carisma,
scritti non facili ma di una lucidità e ricchezza straordinaria per tutti
coloro che lavorano per la costruzione e l'unità della Chiesa. E infine
per chi vuol saperne di più sui movimenti consiglio il libro di Mons. Paul
Josef Cordes "Segni di speranza", presentato a pag. 18.
Chi ha paura della Posta
e dell'Ufficio Federale della Sanità? Ben pochi purtroppo. Due campagne
pubblicitarie che imperversano in questo periodo estivo, potrebbero apparire,
come innocua la prima, e all'insegna di un buon senso un po' spregiudicato,
la seconda; si tratta invece di progetti culturali assolutamente catastrofici,
indipendentemente dal fatto che i due colossi produttori ne siano coscienti.
Non può passare inosservata la promozione del "PAGER" che,
assicura la giallissima Posta, protegge i giovani dall'insuccesso sia amoroso
che di carriera. E men che meno può passare inosservata la nuova campagna
Stop Aids, improntata sulle "scappatelle" che il 6% degli uomini,
precisano i promotori, ammette di fare e che grazie a questa nuova campagna,
diciamo noi, potrebbero fare anche il restante 94%, purché sia chiaro
che "Quando te le togli, meglio che te lo metti". Ciò che accomuna
queste due campagne, oltre al fatto che sono possibili anche grazie ai nostri
soldi, è il minimalismo senza speranza di cui sono veicolo. I due oggetti
in questione, pager e preservativo, sono accessori secondari e irrilevanti anche
se sono presentati come il soggetto principale: l'importante è non pensare
e non porsi nessun problema. L'invito nella versione "calida gialle"
a giovani e meno giovani "usa prima la testa", oltre ad essere grottesco
e di cattivo gusto, come tutta la campagna non tiene conto del fatto che è
inutile usare la testa se è vuota.
Chi ha paura dei Movimenti forse non ha paura della Posta e dell'Ufficio Federale
della Sanità, ma fa male.